Sono sieropositiva e incinta


Essere mamma La sieropositività non cambia nulla nel ruolo della madre. Come tutte le madri del mondo, si prenderà cura del suo neonato. Tuttavia, potrà capitare di sentirsi particolarmente stanche a causa della terapia e che si debba far fronte a differenti problematiche, è necessario non permettere all’angoscia e al senso di colpa di instaurarsi. Cercate l’aiuto dei vostri prossimi. È consigliabile parlarne con il proprio medico.

Quali sono i rischi per il bambino?

Se la gravidanza viene monitorata e trattata come si deve, il rischio di trasmissione virale al bambino risulta essere dell’1 – 2%.

Quali sono i rischi per la madre?

La malattia non verrà aggravata dalla gravidanza.

La situazione personale, i sentimenti, i timori, la propria fragilità sollevano interrogativi, inquietudini, angosce… Non esitare a parlarne durante il consulto. L’affiancamento non è unicamente di tipo medico. Viene dato ascolto alle pazienti per alleviare le loro difficoltà.

Come avverrà il monitoraggio?

Il monitoraggio avverrà come nel caso di tutte le donne che presentano una gravidanza a rischio. Avverranno incontri con svariati specialisti che lavorano in équipe:

Ostetrico e levatrice una volta al mese.
Infettivologo almeno una volta al trimestre, perfino una volta al mese in caso di manifestazioni cliniche o biologiche particolari.
Pediatra.
Assistente sociale e psicologo, se necessario.
Verrà somministrato un trattamento antiretrovirale specifico, la cui natura dipenderà dalle scelte dell’équipe che ne discuterà con la paziente: se si è già in cura, non necessariamente tale terapia sarà la stessa. Se non si è ancora in cura, verrà prescritta una terapia adattata allo stato della paziente.

In assenza di problemi particolari collegati alla gravidanza, e se non si è mai subito un cesareo, il parto avverrà normalmente come per la maggior parte delle donne. Tuttavia se l’ostetrico lo giudica necessario potrà proporre un cesareo.

Come verrà monitorato il neonato?

L’allattamento non è possibile perché presenta rischi importanti di trasmissione.
Il neonato sarà posto sotto trattamento antiretrovirale alla nascita per un periodo dalle quattro alle sei settimane: sarà il pediatra a determinare la terapia e la sua durata.
La ricerca del virus si effettua alla nascita, poi a 1 mese, 3 mesi e 6 mesi. A questa età e in assenza di allattamento, si può affermare che il bambino non è contaminato.
Nella maggioranza dei casi, se la madre è stata monitorata, trattata e se avrà osservato scrupolosamente la terapia, con ogni probabilità il risultato sarà negativo.
La sieropositività non cambia nulla nel ruolo della madre. Come tutte le madri del mondo, si prenderà cura del suo neonato. Tuttavia, potrà capitare di sentirsi particolarmente stanche a causa della terapia e che si debba far fronte a differenti problematiche, è necessario non permettere all’angoscia e al senso di colpa di instaurarsi. Cercate l’aiuto dei vostri prossimi. È consigliabile parlarne con il proprio medico.

Redazione a cura di “Malice & Co. (Francia)”. Traduzione e revisione a cura del Dott. Fabio Pilato.

Data pubblicazione: 22/04/14